Descrizione:«Come si è saputo dai giornali, dei resti umani sono stati scoperti in trancia un po' dappertutto, dentro vagoni merci. Il servizio medico-legale della Prefettura di polizia ha potuto constatare che appartengono tutti alla stessa persona. Solo la testa non è stata ritrovata. La ricostruzione del corpo è stata fatta a Parigi. L'orario di servizio ferroviario ha permesso di stabilire che i treni che trasportavano i resti umani sono tutti passati, qualsiasi direzione abbiano poi preso, dal viadotto di Viorne. Avendo perciò accertato che i monconi sono stati buttati nei vagoni dal parapetto di quel viadotto si suppone che il delitto sia avvenuto nel nostro comune».
La cittadina cambia improvvisamente ritmo di vita, strade deserte e silenzi pesanti sottolineano il macabro avvenimento. Su consiglio della polizia solo il caffè Le Balio tiene aperto fino a mezzanotte «per via della vecchia regola che vuole che l'assassino ritorni sempre sul luogo del delitto». Ed è proprio al caffè Le Balio che una sera entrano tre «tranquilli» cittadini di Viorne: il boscaiolo Alfonso Rignieri, Pierre Lannes con la moglie Claire. Qui insieme al proprietario del bar, a un funzionario di polizia e a una ragazza, il discorso scivola sul delitto, e in una serie di ipotesi e controipotesi l'assassino si smaschera.
Le voci e le motivazioni del macabro gesto vengono imprigionate su nastro da qualcuno che dalla vicenda vuole «costruire» un libro.
Ma le testimonianze dei conoscenti, dei parenti, quelle dello stesso colpevole, se da un lato offrono e chiariscono certi «perché», dall'altro allontanano sempre più l'oggetto del delitto da chi l'ha compiuto. Le voci si raccontano e raccontano un mondo sempre più personale e impenetrabile dove i pensieri trovano sempre meno adesione con la realtà che si erano proposti d'indagare e chiarire.
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